E Sciurelle (Santini Stabiesi)

‘E Sciurelle, Fiurelle o Santini, sono quei cartoncini rettangolari, tascabili, su cui è stampata l’immagine di un santo, un quadro, una statua di quel santo  od una chiesa dedicatagli. La distribuzione dei santini avveniva da parte del clero in occasioni pubbliche o private, oppure in maniera generica all’ingresso delle chiesa.
Le immagini avevano due funzioni fondamentali: quella della divulgazione della vita dei santi e quella di sollecitare la pietà cristiana. C’era l’usanza di inserirli anche come segna pagina nei messali, od anche nei taschini delle giacche e nei portafogli… in questo modo potenziavano il valore “mediatico” che la Chiesa voleva loro attribuire. Con il passare degli anni si è andata man mano riducendo la loro stampa.

Il loro valore era sacro per chi li possedeva e credeva all’effetto taumaturgico del contatto. Per questo motivo le immaginette non potevano essere strappate o buttate commettendo un sacrilegio. Tuttavia, la tradizione consentiva al possessore di disfarsene nell’unico modo possibile: bruciandole. La ragione di questa pratica era che si pensava che durante la combustione, il santino , trasformandosi in fumo salisse al Cielo.

Più che una tradizione pagana o superstizione, l’uso di bruciare le “fiurelle” era un atto di devozione e rispetto verso i Santi raffigurati. Infatti, pur essendo giovane, ricordo benissimo una sorta di preghiera popolare ed una “giaculatoria” che accompagnavano il “rito”. Ed era questa: “Come Santo, ti amo; come fuoco, ti brucio” e poi si aggiungeva: ” N’Paravis saglie ‘o fummo e ‘o riavule scenn n’funno”! ( Padre Raimondo Di Rienzo )

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