Per i collezionisti di cartoline, irresistibilmente e direi irrimediabilmente attratti da quei cartoncini della “Castellammare di una volta”, trovare qualcosa di nuovo e raro per la propria collezione è doveroso… il monito è sempre quello di migliorarsi.
Ovvio si dice sempre che non si può averle tutte… impossibile, ma quando vediamo una cartolina che ci manca… è davvero difficile, quasi impossibile sapervi resistere.
A scorrere questi esemplari, per buona parte “viaggiati”, si incontrano luoghi e angoli della nostra città ormai quasi spariti, ma anche vie e piazze che hanno mantenuto la loro fisionomia, insieme a palazzi, alberghi, ville, scorci e monumenti che non sono sensibilmente diversi da come si presentavano un secolo fa, non essendo state apportate, nel frattempo, significative modifiche al loro aspetto e al contesto urbanistico.
La cartolina dunque non rappresenta soltanto il resoconto di un viaggio, ma costituisce, al tempo stesso, una testimonianza storica. All’inizio del secolo infatti essa serviva semplicemente per inviare i saluti da un luogo di villeggiatura durante una vacanza di piacere, per curarsi con le “acque” alle Terme o per scambiarsi frasi d’amore più o meno esplicite (nascoste tra la foto o sotto l’affrancatura).
Inizialmente fu patrimonio di una cerchia piuttosto ristretta della borghesia che potevano, attraverso questa, viaggiare stando “seduti in poltrona”, in seguito, l’uso della cartolina illustrata incominciò a diffondersi su vasta scala, raggiungendo ogni ceto sociale.
Assieme al successo della cartolina crebbe così, di anno in anno, anche il fenomeno del collezionismo. Si diffuse rapidamente l’abitudine di conservare tutte le cartoline ricevute da parenti ed amici ed in breve aumentò considerevolmente il numero di coloro che corrispondevano al solo scopo di scambiarsi cartoline.
Innegabile dunque il valore storico di questi piccoli cartoncini che tornano oggi prepotentemente all’attenzione come preziosa testimonianza del passato.