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Villa Gabola

 ( a cura del dott. Giuseppe Plaitano )

Particolare della pianta di Castellammare del Fantacchiotti (anno 1875)

Durante l’Ottocento tra i villeggianti che venivano a soggiornare a Castellammare di Stabia, molti erano inglesi e non mancavano gli alberghi di loro connazionali come ad esempio l’Hotel Grande Bretagne o la Pensione Anglaise della signora Baker. A questa signora, nell’ultimo decennio del 1800, venne l’idea di aprire una Pensione in una Villa situata in strada Nocera, nella zona periferica della città, allora ricca di una folta vegetazione. La Villa era già presente nelle piante dell’epoca come nella “Fantacchiotti” (Pianta della città di Castellammare di Stabia rilevata per ordine del R. Governo dal giorno 2 aprile 1875 e completata il 31 luglio 1876 dell’Ing. Arch. Ferdinando Fantacchiotti).

Particolare della pianta di Castellammare tratta dal De Renzi Castellammare 1894 – Pensione Baker (Archivio Plaitano)

e nella piccola piantina allegata alla pubblicazione “Castellammare” del De Renzi. La pensione, conosciuta appunto come “Pensione Baker”, veniva riportata topograficamente nella piantina della guida “Castellammare” del De Renzi (pubblicata nel 1894) e, nella stessa pubblicazione, in una litografia del Denza (edita da Turcio) insieme ad altri tre Alberghi di Castellammare.
La Pensione era situata al termine di un lungo viale, dove c’erano molti alberi a largo fusto e diverse aiuole. L’immobile oggi denominato Villa Gabola, alla fine dell’ottocento era di proprietà della famiglia Doria di Angri. Intorno agli anni ‘20  del novecento la proprietà fu acquistata, dopo incessanti richieste della signora Filomena Angrisani, dal marito Isaia Gabola.

Pensione Baker: litografia tratta dal De Renzi – anno 1894 (Archivio Plaitano)

I Gabola originari di Nocera Inferiore si recavano a Castellammare per le “tanto in voga” cure termali. La gentildonna, come racconta la nipote Prof.ssa Nives Gabola, (squisita e lucida ultra-ottuagenaria): “Ogni giorno che transitava per via Nocera, (ndr. oggi via Cosenza) mia nonna “pregava” il nonno affinché acquistasse quella stupenda villa”. La villa era circondata da molti alberi ed era al centro di un vasto appezzamento di terra che si estendeva fino all’attuale viale Europa (altezza Ospedale san Leonardo). All’interno vi erano allocati quattro fondi rustici, che nel corso degli anni furono acquistati dai coloni. Alla morte del Gabola, la villa fu ereditata dai quattro figli, Luigi, Salvatore, Aristide e Francesco, appunto, padre della signora Nives che era ingegnere. Fu proprio lui che, verso la fine degli anni ‘30 per problemi logistici, ristrutturò la villa, in quanto le quattro famiglie in estate solevano trascorrervi la villeggiatura.

Busto Isaia Gabola

Questa ristrutturazione era in linea con le direttive dell’epoca, cioè rivestita in mattoni all’esterno e alle fasce laterali delle finestre, simile alla Casa del Fascio. L’ingegnere fece dividere il piano terra in otto locali (di cui quattro cucine) al cui centro vi era una sorta di hall; due appartamenti al primo piano, e una sorta di mansarda al piano superiore. Nel corso degli anni si sono succedute numerose altre modifiche (oltre ad atti vandalici) sia della parte edificata che del giardino. Tuttavia l’attuale stato dell’edificio consente ancora di risalire all’originario stato dei luoghi, costituito da un piano terra, da un primo piano e una copertura a tetto, confermato dalla presenza, nell’attuale edificio, alla quota intermedia, di una intercapedine di circa 1 metro, tra i piani, che ha determinato la trasformazione dei due sottotetti in solai, ed alla successiva sopraelevazione (attuale piano terra e tre piani). Il giardino ed il viale originariamente di dimensioni maggiori, come si può notare del resto anche nella stampa e nei particolari delle due piante, hanno subito nel corso degli anni diverse “devastazioni” vuoi anche per lo sviluppo urbanistico della zona (San Marco). Il parco ricco di svariate piante e diverse querce, aveva una conformazione tipica di un giardino all’inglese, caro alla proprietaria della Pensione, aiuole a forma ellittica, molto simili a quelle originariamente presenti nella “prima Villa Comunale”, successivamente, trasformate in aiuole rettangolari. Queste variazioni, hanno determinato l’alterazione dell’aspetto originario dei luoghi.

Cartolina d’epoca: Pensione Villa “La Pineta”

 Nel corso degli anni ‘50 la Villa, sita alla via Giuseppe Cosenza n. 53, è stata utilizzata (come anche riportato in una Guida Turistico Commerciale di Castellammare di Stabia edita dall’Ufficio di Cura e Soggiorno) come pensione di terza categoria chiamata “La Pineta” e utilizzata anche per piccoli interventi chirurgici. All’interno del parco, come mostra questo manifesto, nell’ agosto del 1955 si svolse anche una manifestazione per l’elezione di Miss Stabia che avrebbe  poi partecipato alle selezioni per il concorso di Miss Italia.

Selezione Concorso miss Italia

Nel 1956 divenne sede di un Collegio il “Torquato Tasso” mentre, nel 1963, come ricorda la signora Nives, fu “fittata al Preside La Piano” e divenne sede della Scuola Media “Monsignor Francesco di Capua”. Negli anni 1969-70 fu sede dell’Istituto Professionale di Stato e per l’Artigianato “Galileo Galilei”.

Cartolina d’epoca: Istituto Collegio T. Tasso

Negli anni Settanta, precisamente con atto stipulato il 21/12/1974, il Comune per una cifra irrisoria riuscì ad acquisire la Villa liquidando gli eredi Gabola. L’orientamento era quello di istituirvi il museo stabiano. Nel 1995, con una delibera dell’8 agosto, il Cipe assegnò una cifra da destinarsi ad interventi di risistemazione del parco e dell’edificio che “doveva essere adibito a sede della raccolta museale”.

Villa Gabola oggi (foto Donato Plaitano)

Nell’agosto 2007 i fondi destinati originariamente alla ristrutturazione di Villa Gabola furono dirottati, in seguito ad un tavolo di concertazione tra Comune, Regione Campania, Soprintendenza archeologica di Pompei, Direzione beni culturali e Dipartimento per le Politiche di sviluppo del Ministero, alla Reggia di Quisisana per l’allestimento del Museo Archeologico da affiancare alla Scuola di Alta Formazione per il Restauro.
L’assessore all’Urbanistica del tempo assicurò che Villa Gabola sarebbe rientrata comunque in un progetto di riqualificazione del quartiere San Marco e la sua utilizzazione avrebbe assolto “a funzioni sociali e di aggregazione, vicine alle esigenze dei cittadini”. Difatti in una pianta di zoonizzazione del Comune, dello stesso anno, la zona viene catalogata come “F5”, ovvero zona di interesse comune.

Particolare Tavola zoonizzazione Comune di Castellammare anno 2007 zona indicata come F5 Zona di interesse comune (www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it).

Dopo un lungo periodo di abbandono e nell’attesa che l’edificio possa essere utilizzato per “scopi comuni”, oggi di Villa Gabola è possibile usufruire solo dello spazio verde.

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