Articolo

Il “primo” Padiglione per Cassa Armonica

(articolo a cura del dott. Giuseppe Plaitano)

Nella seconda metà dell’800 sul materiale di risulta della demolizione della vecchia muraglia difensiva, che andava dal Quartuccio a Fontana Grande, venne ricavata la “Villa Comunale”.
Nel viale centrale fu innalzato un padiglione in legno per i concerti all’aperto.
Con l’andare del tempo il Comune, ritenendo quella struttura insufficiente ad accogliere la ricostruita banda civica comunale, valutò il progetto di un nuovo Padiglione fisso per Cassa Armonica, presentato il 16 marzo del 1898 dall’ingegnere Eugenio Cosenza*.

La prima Cassa Armonica (archivio G. Plaitano)

Il Cosenza specificava nella “lettera di accompagnamento”, che si era “reso interprete dei pubblici desideri”, presentava quindi due tavole allegate contenenti pianta e prospetto dell’opera con un computo metrico ed estimativo di spesa e una nota della ditta Minieri di Napoli che si “rendeva disponibile” per l’esecuzioni dei lavori, prevedendo per essi una spesa di diecimilacinquecento lire.
Con dovizia di particolari indicava lo sviluppo della struttura: “Piattaforma poligonale di dodici lati, la quale si eleva dal piano terra per poco più di un metro ed ha un vuoto sottostante, conformato a calotta sferica rovescia, coperto da piano di tavole di legname e ciò per accrescere la intensità delle onde sonore. Allo stesso intento la piattaforma in parola è coperta da una cupola in ferro e vetri, sorretta da dodici colonnine, collegati in alto da archetti ed arabeschi a traforo di stile moresco, che tanto si presta per simili costruzioni… in basso le colonnine anzidette sono solo in otto lati collegate da ringhiera in ferro allo stesso stile e ciò perché agli altri quattro, che formano gli ingressi, mettono capo quattro scale in marmo, intermezzate da aiuole con piante ornamentali e fiori”.[1.  Archivio Storico Comunale: Busta 241 inc. 1 doc. 1]
Ma, il progetto inviato al Genio Civile non venne approvato e con una successiva nota prefettizia del 5 febbraio 1899, il progetto fu rimandato al Comune per le modifiche da apportare.
La Sottoprefettura finalmente il 14 aprile informò che Progetto e Capitolato erano stati approvati. All’articolo venti si imponeva che per l’attintatura: “I lavori devono essere eseguiti da abili e provetti operai, specie per ciò che rifletti l’attintatura ad imitazione del bronzo che deve essere perfetta ed eseguita da artisti speciali…”.[2. ibid.  Busta 241 inc. 1 doc. 1]

Il 20 novembre il Sindaco Cav. Tommaso Cuomo, con atto stilato “sul posto”, consegna al Minieri il suolo municipale: “Il suolo si compone di sette metri e cinquanta da una parte e dall’altra dell’asse che unisce la corbeille del palmizio al centro dell’attuale concerto musicale ed in larghezza metri quindici impostati dalla ringhiera verso il palmizio sopradetto”.[3. Ibid.  Busta 241 inc. 3 doc. 3]

Secondo contratto, quindi, la consegna dell’opera sarebbe dovuta avvenire entro il 20 marzo del 1900. I numerosi operai della ditta Minieri eseguirono i modelli in legno per ogni singolo pezzo di fusione. Purtroppo il tempo inclemente d’inizio gennaio rallentò i lavori, tanto che il Minieri chiese la proroga di un mese per la consegna del Padiglione.
La richiesta fu portata in Consiglio Comunale, accolta e la consegna fu differita al 30 marzo.
Quell’anno il tempo fu davvero inclemente (un triste presagio?), tanto che il Minieri non poté consegnare il lavoro nei termini previsti.

Cassa Armonica primi del Novecento

Il 28 aprile, il Padiglione della Cassa Armonica fu “consegnato” al Comune; la maestosa costruzione nel luglio dell’anno successivo ottenne la prima pagina dell'”Ingegneria Moderna”. Il costo finale della Cassa Armonica lievitò fino a 21.760,45 lire tanto che l’ingegner Cosenza rinunciò, a favore del Minieri, alla sua quota per la direzione tecnica dei lavori; in una nota  inviata al Sindaco Cuomo scrisse: “Sicuro che vorrà praticare quanto sopra, mi resta nell’animo la soddisfazione che compensa il mancato utile professionale di aver apportato, con la debole mia opera un lieve vantaggio al mio paese natale, pel quale nutro affetto non comune. Con i sensi della mia più perfetta stima ed osservanza mi creda Suo Devotissimo  Ing. Eugenio Cosenza”.[4. Ibid.  Busta 241 inc. 5 doc. 4]


Note e fonti: 
* Eugenio Cosenza, nato a Castellammare di Stabia il 10 aprile del 1863, fratello del più noto archeologo Giuseppe, laureato in ingegneria all’Università di Napoli. Su suo progetto, sempre in Villa Comunale fu realizzata anche la Fontana dei Tritoni.

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